Splendeva il sole martedì 9 gennaio 1945. Giuseppe Rolando, allora diciannovenne, torinese di nascita ma bruinese d’adozione, quel giorno aveva un brutto presentimento, in cuor suo nutriva timori a causa dei mitragliamenti dei treni.
Mai sensazione fu più drammaticamente azzeccata. In quella che, come scriverà sul suo diario, sarà per lui una “giornata indimenticabile”, il giovane Giuseppe prende il trenino delle 14.30 a Torino e pochi minuti dopo vive l’attacco aereo al trenino.
È uno dei sopravvissuti, un miracolato come si definirà.
Quegli interminabili istanti li annota, con precisione, in uno dei suoi diari che, per la prima volta, la figlia Elena mostra al nostro giornale.
Con chiarezza espositiva e moderna, calligrafia chiara e fitta, quel piccolo diario ingiallito dal tempo si rivela, ottant’anni dopo, una preziosa testimonianza storica. E con cura la figlia Elena, nella sua casa di Rivoli, apre la scatola che contiene diari, documenti, giornali.
Servizio su La Valsusa del 9 gennaio.