I fiori dei defunti che marciscono in terra dopo il furto di venerdì notte. Sarà per via della mole della refurtiva, sarà perchè non è la prima volta, sarà soprattutto perchè mancare di rispetto ai defunti è universalmente considerato come socialmente inaccettabile, fattostà che il cimitero di Caselette questo sabato era affollato di gente arrabbiata.
Motivo: sono spariti i vasi, quelli per i fiori davanti loculi. Le prime tre file in basso dell’intera area posteriore del camposanto sono state sistematicamente private dei contenitori, tomba per tomba.
La fila pi๠in alto si è salvata perchè, a quanto sembra, le scale sono troppo rumorose per muoverle senza rischiare di svegliare il vicinato.
La razzia è avvenuta nella notte fra venerdì 22 e sabato 23 ottobre, per un totale complessivo stimato intorno ai 300 portafiori. Il rame di cui sono fatti ha attirato i ladri, che possono rivenderlo per prezzi che possono raggiungere tranquillamente i 40 euro al chilo.
I sospetti sono caduti sul gruppo di zingari accampati dietro al cimitero fino a pochi giorni fa, ma non è detto che gli autori del furto non siano ben pi๠organizzati furfanti italiani. L’episodio si colloca infatti in un quadro pi๠ampio di razzie di cimiteri in Piemonte e in Italia che fa pensare ad un sistema diffuso di riciclaggio del metallo rubato.
Nel suo piccolo però, resta a Caselette il rammarico di un affronto ai defunti del paese, per di pi๠ad una decina di giorni dal primo novembre.
E restano anche tante tombe spoglie e quattro file di marciapiedi piene di fiori pestati e lasciati lì a marcire.
Dal Comune giunge la promessa di nuovi vasi entro la festa dei defunti, fatti di plastica per sopperire al richio di nuove ruberie. Nel frattempo c’è già chi si è organizzato autonomamente, ordinandoli per conto proprio o, pi๠provvisoriamente, realizzandoli in cartone.
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