Giaveno

A 105 anni è morto l’avvocato Bruno Segre: era cittadino onorario di Giaveno

È morto questa notte, nella sua casa torinese, l’avvocato Bruno Segre. Aveva 105 anni ed è spirato proprio nel Giorno della Memoria, sabato 27 gennaio.

Figlio di padre di religione ebraica e madre cattolica, il giovane Bruno avrebbe potuto dichiararsi cattolico, come fecero il fratello e la sorella, ma lui, da ateo convinto, rifiutò di farsi battezzare e, pertanto, per lo Stato “rimase” ebreo.

Mi trovai nella condizione, piuttosto singolare, di essere ebreo fratello di ariani”, amava spesso ripetere l’avvocato Segre.

Il suo antifascismo viscerale e il suo antirazzismo lo portarono sulle montagne, con i partigiani di Giustizia e Libertà.

Finì due volte in carcere (nel 1942 e nel ’44) e, in almeno una di queste due occasioni, rischiò seriamente il trasferimento in qualche lager nazista, mentre, durante la cattura, fu raggiunto in pieno da una pallottola, ma la corsa del proiettile fu fermata da un portasigarette in metallo.

Nel 1946, iniziò un’intensa attività pubblicistica che affiancò alla pratica forense.

Nel 1949 fondò il mensile “L’Incontro”. Sempre nel 1949, Segre difese in Tribunale il primo obiettore di coscienza in Italia: Pietro Pinna.

Amante della vita e dell’aria buona, Segre ha per anni posseduto una casa all’Alpe Colombino, poi bruciata in un incendio, e con il capoluogo della Val Sangone aveva sempre mantenuto un rapporto di profondo affetto.

Nel novembre del 2021, all’età di 103 anni, gli era stata conferita la cittadinanza onoraria di Giaveno.

Servizio su La Valsusa del 1° febbraio.

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