“Una notte di tanto tempo fa, la montagna stava piangendo in silenzio la sua solitudine. Gli animali, i fiori, le piante intorno ad essa la sentirono ma nessuno di loro poteva nulla per aiutarla. Una stella però si impietosì per quel lamento e, lasciata la tranquillità del cielo, volò verso la montagna posandosi sulla roccia fredda, tra il vento e le intemperie. Subito il gelo l’avvolse ed essa pensò a quanto era stata incosciente a volare fin lì. La montagna però, grata per quel gesto d’amicizia, l’avvolse in una morbida peluria bianca per ripararla dal freddo e, per evitare che cadesse, la strinse a sé con radici forti e tenaci. Fu così che, all’alba di quella notte magica, nacque la prima stella alpina”.
Siria conosceva bene la leggenda della stella alpina e tante volte l’avrà raccontata ai suoi bimbi, a quelli a cui ha insegnato a sciare come a quelli incontrati alla scuola dell’infanzia dove lavorava. Lei amava infatti molto quel fiore, tanto da andare spesso ad ammirarlo su quella montagna che, un giorno di maggio, l’ha voluta con sé. Siria ha lasciato, oltre alla mamma Patrizia, tanti amici e colleghi e proprio uno di essi, Francesco, che con lei condivideva la passione per lo sci e per la montagna, ha pensato che sarebbe stato bello ricordarla proprio con quel fiore e rivolgendosi ad Emiliano, che prima di essere un fabbro è un artista, gli ha chiesto di realizzarne uno da posizionare in cima alla Guglia Rossa, uno dei luoghi preferiti di Siria.
E così, sabato 27 luglio, con la complicità del meteo che ha regalato uno splendido cielo blu, un bel gruppo di amici è partito di buon’ora dalla Valle Stretta, con in testa mamma Patrizia che, con incredibile forza ed energia, l’ha guidato sino alla vetta. Qui, Francesco e gli altri amici, scelta la pietra più adatta, vi hanno piantato la bellissima stella in ferro battuto, orientandola verso Bardonecchia affinché, idealmente, sia possibile ricordare Siria volgendo lo sguardo in quella direzione. Proprio nel momento della posa del fiore e della foto, una bellissima aquila ha volato, per qualche minuto, sul gruppo destando in ognuno una grande emozione. Il gruppo è poi sceso compatto fino ai laghi del Thures dove è stato consumato il pranzo per un bel momento conviviale in cui ognuno ha potuto ricordare a suo modo l’amica speciale, come i suoi amici e compagni di coro che hanno eseguito in maniera magistrale e coinvolgente il brano “Signore delle cime”.
Angela Erta