Tre giorni costellati da calici che brindano, profumi e degustazioni, un incontro di sapori e colori, di storie di territorio e di vita nei vigneti. Questa la cornice della Sagra andata in scena ad Almese da venerdì 16 a domenica 18 giugno e che ha visto come protagonista il Baratuciat; un vino bianco dalle origini antiche, un vitigno storico che era stato dato per estinto e che oggi, grazie al grande impegno delle Amministrazioni, dei Consorzi e dei viticoltori, torna in voga, facendo innamorare tutti.
Incontriamo Valentina Peracino presidente dell’Associazione Tutela Baratuciat e Vitigni Storici Sacra di San Michele, dell’azienda agricola Prever di Villarbasse, e le chiediamo di “presentarci” il Baratuciat:
“Il Baratuciat– spiega Valentina Peraccini – è un vino molto antico, le prime menzioni si hanno quando è stato fatto il primo catalogo delle viti piemontesi nel 1860 e si coltivava nella zona di Almese, Avigliana, Rosta, fino a Villarbasse. Lo descriverei capriccioso, è un vino molto impegnativo sia per quanto riguarda la lavorazione sia all’assaggio. Ma chi lo assaggia se ne innamora, fatelo provare ad un viticoltore e subito vorrà produrlo”
Articolo completo su La Valsusa di giovedì 22 giugno.