Il 1990 è stato indubbiamente un anno fortunato per lo sci alpino italiano. Un certo Kristian Ghedina vinceva infatti, il 3 febbraio di quell’anno, la sua prima gara di Coppa del Mondo proprio sulla pista di casa, a Cortina mentre Alberto Tomba, reduce dall’infortunio della stagione precedente, ricominciava a mietere vittorie come quella, splendida, sulla Gran Risa dell’Alta Badia.
Proprio il 1990 dava poi i natali a grandi campioni nostrani che oggi, ormai trentacinquenni, stanno raccogliendo una soddisfazione dopo l’altra. Stiamo parlando di Federica Brignone, già vincitrice di due giganti in questa stagione, di Mattia Casse, fresco del suo primo podio in C.d.M., di Luca De Aliprandini, ritornato ad alti livelli e del suo compagno di squadra, il bardonecchiese Giovanni Borsotti sempre tra i migliori gigantisti italiani. Ed è proprio di quest’ultimo che oggi vogliamo raccontare.
Giovanni, in casa, ha sempre respirato aria di sci con mamma Luisa che è stata una campionessa, papà Dario DT storico dello Sci Club Bardonecchia e la sorella Camilla che è stata in Nazionale come anche la zia Monica.
Con questi precedenti familiari, il ragazzo non poteva certo esimersi dal seguirne le orme. Lo ha fatto dunque a suo modo con quell’irruenza tipica dell’età e del suo carattere, raggiungendo fin da subito ottimi risultati, ma con la sfortuna che troppe volte lo ha fermato sul più bello, come i tanti, troppi infortuni patiti.
Servizio su La Valsusa del 9 gennaio.
Angela Erta