Vi ricordate di quel mese di giugno di cinque anni fa giusti? Il dramma ebbe luogo il giorno 7, era un giovedì, le ore le 13 appena passate. Nei giorni precedenti era piovuto, c’era stato un mese di maggio particolarmente piovoso: a memoria d’uomo, uno dei più prodighi di rovesci da oltre mezzo secolo. E a Bussoleno si erano già verificati alcuni allagamenti, con l’ostruzione anche del sottopasso di via Cesare Battisti.
Quel giovedì, però, caddero le gocce che fecero traboccare il vaso. Il vaso, per la precisione, fu quel bacino naturale che si trova alla Comba delle Foglie, dove confluiscono le acque del rio Reforno, un corso d’acqua apparentemente innocuo, corredato anche di una bella cascata non sempre particolarmente torrenziale.
Il 7, dunque, piovve a dirotto, e l’acqua che cadde copiosa sulla Comba non trovò alcun ostacolo, perché gli spaventosi incendi dell’autunno del 2017, che distrussero mezza montagna, a partire proprio da quella dell’Indritto di Bussoleno, riuscirono pure nell’intento di creare tutte le condizioni affinché l’acquazzone riuscisse a smuovere la terra della zona, scaraventando verso l’abitato più in basso, attraverso la cascata, generalmente tranquilla, una colata detritica di fango scuro, massi, foglie, rami, massi e cenere.
Servizio su La Valsusa del 15 giugno.