È dedicato “A tutti coloro che almeno una volta si sono chiesti che senso abbia studiare il Latino” il libro “Labor Mirabilis” (Graffio editore), ovvero la traduzione del primo trattato di Paleontologia, anzi, Orittografia, piemontese di cui si abbia notizia, firmato da Carlo Ludovico Allioni, studioso del XVIII secolo che mantenne una fitta corrispondenza con alcuni scienziati contemporanei del calibro dello svedese Linneo.
Il libro, che ha richiesto quasi dieci anni per vedere la luce, è stato presentato venerdì 13 dicembre, luogo da cui tutto partì, grazie a un’intuizione del geologo Vittorio Pane, che ha spiegato: “In realtà, l’Orittografia citata da Allioni è un po’ diversa dalla nostra Paleontologia, dato che la prima tiene conto anche del contesto geografico e naturalistico in cui i fossili vengono trovati, ma ciò non toglie che quello di Allioni sia stato un lavoro preziosissimo”.
Il trattato sembrava definitivamente perduto, così come la collezione di fossili e minerali di Allioni, ma un lavoro di ricerca certosino ha permesso di ritrovarne una gran parte e alla classe quarta A del liceo Scientifico del Pascal (nell’anno scolastico 2014- 15) è toccato tradurre il trattato:
“È stato un lavoro difficilissimo, perché non si tratta di un Latino classico, quello dei grandi filosofi e oratori del passato, bensì di una lingua spuria, zeppa di neologismi e riferimenti scientifici, senza tener conto della grafia del ‘700 che, qualche volta, ci ha fatto prendere delle cantonate”, ha spiegato la prof.ssa Paola Scavino, docente di Latino al Pascal che ha aiutato i ragazzi nella traduzione.
Ragazzi che oggi hanno 27- 28 anni, per la maggior parte si sono laureati e si sono letteralmente sparsi per il mondo, ma una folta rappresentanza di essi si è ritrovata venerdì 13 al Cai per tornare a condividere quei momenti di duro lavoro ma pure di spensieratezza e di giovinezza.