I ghiacciai si sciolgono perché il clima è cambiato, basti vedere quanto è successo a inizio luglio con la tragedia della Marmolada.
Succede anche dalle nostre parti e non da ieri; solo lo sguardo attento, l’attenzione e un …pronto intervento del territorio all’inizio degli anni 2000 ha messo al riparo i monti valsusini da un pericolo incombente. Era il 12 luglio del 2001 quando, in un articolo pubblicato da La Valsusa a firma di Roberto Follis, segnalava come la fusione del ghiacciaio del Rocciamelone avesse dato vita a un lago in costante crescita.
Nel mese di settembre dello stesso anno un gruppo di tecnici del CNR di Torino e della Società Meteorologica Italiana saliva a quota 3200 metri per rilevare le dimensioni del lago che si trovava ai confini tra Italia e Francia, non lontano dalla vetta del Rocciamelone.
Un lago, spiegava Luca Mercalli, “nato in sordina verso il 1985. All’inizio era poco più di una pozza che si è via via ingrandita a causa delle estati sempre più calde”, fino a diventare un casto specchio blu percorso da grandi iceberg svafillanti. Le misure? Impressionanti: 600 metri di lunghezza, 50 di larghezza. In tutto circa 200.000 metri cubi d’acqua, trattenuta in parte da un’effimera diga di ghiaccio e da una cresta rocciosa molto fratturata.
Servizio su La Valsusa del 4 agosto.