Un’ombra di tristezza avvolge Villar Focchiardo. La sua settecentesca Chiesa parrocchiale, testimone di secoli di storia e di fede, ha chiuso le sue porte. Il crollo di una parte del tetto della vecchia canonica, causato dalle incessanti piogge degli ultimi giorni, ha reso necessario un provvedimento drastico: la chiusura a tempo indeterminato.
Nella serata di venerdì 18 aprile la Chiesa parrocchiale, autentico gioiello del Barocco piemontese, era stata protagonista della suggestiva Via Crucis in costume organizzata dalla Pro Loco. Nessuno avrebbe immaginato che poche ore dopo, nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 aprile, quel luogo sacro, che leggenda vuole sia stato realizzato dalla Scuola dell’Architetto Reale Filippo Juvarra, sarebbe stato dichiarato inagibile.
La stessa Chiesa che fu celebrata per la sua bellezza in una mostra a Torino, a Palazzo Madama, in occasione delle celebrazioni di Italia 61.
Quella stessa Chiesa che durante la guerra aveva offerto rifugio a chi sfuggiva dai rastrellamenti dei nazisti tedeschi e fascisti italiani ora si trova costretta a chiudere per motivi di sicurezza.
Il parroco don Antonello Taccori ha comunicato con dolore la notizia.
Il sopralluogo dei Vigili del Fuoco, del Sindaco Eugenio Di Gaetano, dei tecnici comunali e della Sopraintendenza ha purtroppo confermato la gravità della situazione.
Ora tutta Villar Focchiardo si stringe attorno al suo Parroco cercando di trovare conforto in un momento così difficile.
La Messa di Pasqua delle ore 11 di domenica 20 aprile e tutte le prossime celebrazioni si terranno al Centro Polivalente di via Cappella delle Vigne.
Anche i matrimoni dovranno essere spostati.
Un ulteriore colpo per chi aveva scelto la Chiesa parrocchiale per il momento più importante della propria vita. Ora resta l’ incertezza. Quanto tempo servirà per mettere in sicurezza la struttura e restituire a Villar Focchiardo la sua amata Chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Vergine Assunta e dei Santi patroni Cosma e Damiano? Una Villar Focchiardo dal cuore ferito attende con orgogliosa speranza il giorno in cui quelle porte potranno finalmente riaprirsi.
Claudio Giovale
