È morto nelle prime ore di questa mattina, sabato 20 gennaio, don Giovanni Penna, decano del clero della diocesi segusina. La camera ardente sarà aperta nella Casa del Clero San Pio X, in corso Benedetto Croce 20 a Torino, domenica e lunedì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Il rosario sarà lunedì alle 20.30 in cattedrale a Susa, dove martedì alle 11 sarà celebrato il funerale.
Don Penna era nato il 26 luglio del 1923 e proprio la scorsa estate si erano tenuti i festeggiamenti per i suoi cento anni. Don Penna era nato a Marsiglia, ma la mamma aveva origini chiomontine. Fu ordinato sacerdote nel 1946, poche settimane prima che nascesse il nostro direttore onorario, don Ettore De Faveri.
In occasione del compimento del suo secolo di vita lo aveva intervistato il nostro Giorgio Brezzo, che lo aveva trovato in buona forma fisica e ancora perfettamente lucido.
Fu ordinato prete dal vescovo Ugliengo con altri religiosi, che erano don Leo Ferrero, don Mario Verquera, don Giuseppe Ugetti ed anche un frate, padre Nicola Gianotti.
Nel 1964 fu nominato parroco della cattedrale di San Giusto. Don Giovanni è rimasto parroco della Cattedrale fino al 1980, per poi lasciare il posto a don Ettore De Faveri, ma continuando a servire la Chiesa locale mettendosi sempre al servizio, celebrando sempre tante messe, ad esempio nella parrocchia di Sant’Evasio, dopo la prematura scomparsa del parroco don Piardi.
In ultimo era stato anche canonico penitenziere della Cattedrale.
Ma per don Penna non poteva esistere nessuna forma di pensionamento. Nel ’91, l’anno della visita di Giovanni Paolo II a Susa, don Penna rivestiva la carica di Vicario Generale. Era vice-vescovo di monsignor Vittorio Bernardetto. Aveva dunque accolto il Papa appena sceso dall’elicottero sul terreno di gioco di piazza d’Armi, a fianco del pastore della chiesa segusina di allora.
Lo scorso dicembre aveva accettato volentieri di lasciare alla Valsusa un augurio di Natale e per il nuovo anno, un messaggio di fiducia: “Vorrei dire che ci si deve affidare a Dio totalmente, lui è la nostra pace”. Quella pace che ora don Penna sperimenta in pienezza nell’abbraccio di un Dio servito ed amato fino all’ultimo.