È in edicola in questi giorni con il suo “vecchio” libro “Foibe”, una pietra miliare nel dibattito storico contemporaneo, ma, venerdì 7 febbraio, all’Ecomuseo di Viale Italia, Gianni Oliva non ha parlato della tragedia che ha colpito gli italiani di Istria e Dalmazia, bensì di Resistenza e Costituzione.
Nell’ambito del progetto intitolato “Dopo i testimoni: i fili lunghi della Resistenza” organizzato da Anpi Val Sangone e M.C.E. lo storico di origini coazzesi ha infatti dialogato per un paio d’ore con il pubblico, raccontando i fatti che, senza soluzione di continuità, hanno portato dalla lotta contro il nazifascismo all’entrata in vigore della nostra Carta costituzionale, il 1° gennaio 1948. “L’8 settembre 1943 spiazzò tutti”, ha esordito Oliva che ha poi aggiunto: “Il dramma non fu la fuga del re: è normale che un capo di Stato cerchi di non cadere nelle mani del nemico, anche per il bene del suo popolo, ma fu tragico che il re se ne fosse andato ‘lasciando tutti gli altri al buio’, cioè senza dare la benché minima disposizione su cosa fare con i tedeschi”.
Servizio su La Valsusa del 13 febbraio.