Susa

Donna di Susa plagiata e segregata per anni riesce finalmente a liberarsi

Voglio tornare a casa! Mi accogliete di nuovo? Venitemi a prendere!”.

Finisce così, e dunque finisce bene, o comunque in modo umanamente accettabile, con queste frasi gridate al telefono, (da una voce proveniente da Rieti e dirette ad una famiglia residente in città), una brutta storia di plagio, di segregazione e di maltrattamenti.

La vicenda, davvero pazzesca, dolorosa e pesante, ci viene raccontata dalla signora Wanda Zardo, residente con la famiglia in un’abitazione nel centro storico di Susa, la cui madre è stata la vittima di un raggiro che ha dell’incredibile.

Tutto comincia circa otto anni fa, quando un’infermiera di origini romene, in quel momento dipendente della casa di riposo San Giacomo, entra in contatto con una coppia di anziani: un uomo, ricoverato nella struttura, e la moglie. Un giorno dopo l’altro, l’infermiera, che si presenta molto amichevole e decisamente affabile, diventa sempre più intima della coppia, e da confidente e persona di fiducia, arriva a prendere il sopravvento su di loro, convincendoli a rompere i rapporti con i loro familiari, ed a seguirla poi fino in Romania, ma non prima di avere affidato a lei la gestione della loro pensione e di ogni altra loro risorsa economica.

Servizio su La Valsusa del 24 novembre.

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