A quattro gradi sotto zero (una temperatura comunque abbastanza mite per i rigidi inverni polacchi), in pieno gennaio e con la luce bassa che fatica ancora a vincere contro la notte, visitare Auschwitz è un’esperienza ancora più coinvolgente e sconvolgente.
“Eravamo tutti vestiti in maniera adeguata, ma nonostante ciò abbiamo patito il freddo. Eppure noi, avvolti nei nostri caldi abiti, abbiamo avuto soltanto un minuscolo assaggio del freddo patito da chi vestiva la sottile uniforme da internato”, dice la professoressa Concetta Leto, docente di Italiano e Storia dell’Istituto Pascal, che, insieme con le colleghe Barbara Coccia e Antonella Mastromarini, ha accompagnato 37 studenti delle classi quarta F e K del liceo Scientifico opzione Scienze Applicate in un viaggio alla scoperta dei luoghi dell’orrore nazista, dal 20 al 25 gennaio scorsi.
Un viaggio faticoso (40 ore di pullman, fra andata e ritorno), eppure “necessario”. E “necessario” è l’aggettivo che la prof.ssa Leto ripete continuamente, come un mantra.
Servizio su La Valsusa del 30 gennaio.