Lo hanno definito ‘il signore del Tav’ e in effetti dal 2006 ad oggi la progettazione e la realizzazione della Torino-Lione sono state le attività che hanno completamente assorbito l’impegno di Mario Virano, deceduto la notte scorsa all’età di 79 anni.
Era la fine del 2005, pochi giorni dopo i disordini di Venaus, quando Gianni Letta propose il suo nome come ‘pacificatore’ in un contesto, quello valsusino, dominato da fortissime tensioni dopo le prove di forza per procedere con l’avvio dei cantieri della Tav.
Nacque così, alla vigilia delle Olimpiadi invernali Torino 2006, l’Osservatorio sulla Torino-Lione, luogo di discussione, confronto e maturazione delle scelte presieduto dallo stesso Virano. Ruolo che Virano lasciò nel 2014. Nel febbraio del 2015 l’incarico di direttore generale di Telt, promotore pubblico italo-francese incaricato di realizzare e poi gestire la sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.
Un percorso, quello di Mario Virano, che non ha risolto del tutto le controversie ma che ha consentito al progetto del collegamento ferroviario internazionale di procedere e di arrivare alla cantierizzazione dell’opera. Appare paradossale che la morte abbia sorpreso Virano proprio qualche giorno dopo il via libera al bando di gara per l’attrezzaggio ferroviario e tecnologico del tunnel di base della Torino-Lione del valore di quasi 3 miliardi di euro.
Ma Virano non è stato soltanto l’uomo della Tav. Laureato in architettura, negli anni dell’università fu tra i protagonisti della contestazione studentesca degli anni ‘60. Poi il periodo di impegno politico, negli anni ’70, nel Pci torinese che lo portò ad essere stretto collaboratore del ‘sindaco rosso’ Diego Novelli.
Nel giugno ’98 l’inizio della ‘pagina valsusina’ di Mario Virano con la nomina ad amministratore delegato della Sitaf, la Società che gestisce l’autostrada e il traforo del Frejus. In quegli anni Virano si fece apprezzare per la capacità di ascolto, dialogo e collaborazione con gli enti locali della Valle di Susa ripristinando un rapporto fino a quel momento segnato da distanze, incomprensioni e conflitti tra la Società e il territorio attraversato dalla A32.
Uno sguardo, quello di Virano, che andava oltre le infrastrutture. Alla formazione scientifica univa i suoi interessi artistici studiando pittura con Piero Martina e frequentando lo studio di un altro grande artista, Antonio Carena, e le gallerie d’avanguardia Sperone e Notizie. Virano è stato tra gli ideatori del progetto MITO per l’integrazione delle aree metropolitane di Milano e Torino, a partire dall’alta velocità ferroviaria e a lanciare l’idea di realizzare un parco della Salute a partire dai villaggi olimpici degli ex mercati generali che si stavano costruendo nei primi anni del 2000.