Riassunto
Cattedrale di Susa gremita e a festa per l'ordinazione diaconale di Francesco Maniscalco, ultima tappa prima del sacerdozio
A diciotto anni dall’ultima ordinazione diaconale nella cattedrale di Susa, sabato 13 aprile l’attesa si è compiuta e per le mani del Vescovo Repole, Francesco Maniscalco è divenuto diacono, primo grado del sacramento dell’ordine sacerdotale al quale si sta preparando.
A pregare con lui e per lui il Vescovo emerito Alfonso Badini Confalonieri, i sacerdoti e i diaconi della diocesi di Susa, ma anche i sacerdoti della diocesi di Torino che in questi anni lo hanno conosciuto e accompagnato, i familiari, i parrocchiani di Villar Focchiardo – la sua comunità di appartenenza – religiose e religiosi di Susa e Torino e poi i giovani del Seminario di Torino dove si è formato con il rettore, per Torino e Susa, don Giorgio Garrone.
“Questo è per la nostra Chiesa un dono bello, un segno che Dio ha a cuore la nostra Chiesa”, ha sottolineato mons. Repole all’inizio della celebrazione, “un segno che Dio continua ad abitare il cuore degli uomini e delle donne”.
Un Dio che ha abitato il cuore dei Francesco, “sin dal Battesimo, diventandone un punto fermo”, come ha ricordato don Garrone presentando il suo percorso vocazionale al Vescovo, un percorso arrivato a un passo importante, ma “non tardi, perché sempre giusto è il tempo di dio che quasi mai corrisponde al tempo cronologico degli uomini“.
Nell’omelia del Vescovo il richiamo a cogliere la presenza del Risorto, a gustare l’azione di Cristo che per primo comunica la sua Resurrezione a chi è ancora spaventato, timoroso, a orientare lo sguardo a quell’evento che ci immette in “una vita altra”, a testimoniarlo.
“E tu Francesco”, ha sottolineato, “oggi diventi in un modo unico testimone di questo: del fatto che il tuo sguardo è concentrato, non è uno sguardo disperso. Ci sono tante cose da guardare nel mondo ma a te interessa sollevare lo sguardo su Cristo. Sarai testimone dell’amore di Dio che per te è arrivato fine alla fine. Testimone di un amore di Dio fedele non solo per te ma tutti quelli che incontrerai. Non sarai anzitutto un annunciatore, ma un testimone. Non farai, ma sarai diacono e allora sarà la tua umanità a parlare e darai speranza a tanti”.
Parole raccolte con commozione da Francesco che dopo il rito ha ricevuto i paramenti dall’ultimo diacono permanente segusino ordinato lo scorso novembre, Alessandro Cascio, quasi un passaggio di consegne.
Commozione e applausi hanno accompagnato la celebrazione sino alla conclusione in un clima di festa per un frutto che come ha concluso Repole è stato “il frutto bello” anche dei suoi predecessori.