Fare il “boulajour” è un hobby pericoloso, talvolta anche mortale, come i resoconti di Soccorso Alpino e Vigili del Fuoco, anche dalle nostre zone, ci hanno spesso mostrato.
Ruzzolare nei boschi è questione di un attimo e, soprattutto se non si è accompagnati, i rischi non sono pochi.
I pericoli, tuttavia, non finiscono una volta tornati a casa sani e salvi; anzi, le insidie peggiori possono sorgere proprio quando si apparecchia la tavola.
Ne sa qualcosa la micologa giavenese Giorgia Mollar che è stata testimone (e coprotagonista) di una storia che ha dell’incredibile e che si è svolta in due fasi: la prima domenica 29 settembre e la seconda il 6 ottobre.
“Domenica 29, una coppia con una figlia di 9- 10 anni, mi ha chiesto, dopo essere appena tornata dai nostri boschi, di controllare i funghi che aveva appena raccolto — spiega Mollar — Con mia grande sorpresa ho subito notato che, all’interno del cesto, c’erano due esemplari di Amanita phalloides, funghi fra i più letali presenti nelle nostre zone”.
Servizio su La Valsusa del 10 ottobre.
Alberto Tessa
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