Giaveno

Giaveno, è arrivato “Chinu”, il Baratuciat della famiglia Bramante

Chinu. L’hanno ribattezzato così, i fratelli Bramante, il loro “Baratuciat”, riprendendo il nome, anzi lo “stranome” o forse secondo cognome, con cui un tempo la famiglia era identificata.

Sull’etichetta compare il disegno di tre larici e una baita, quelli del Palè, la borgata tra i monti dell’Alta Valsangone alla quale tutti loro sono affezionati, e, in rilievo, il logo, una F e una B, che si guardano e, idealmente, s’incontrano. Frutto, l’uno, della creatività di Manuela Rosa Budin e l’altro di Fabio Gariano, professionisti giavenesi del settore.

Vino bianco, colore giallo paglierino di tenue intensità, profumo ricco di note tropicali e floreali. Equilibrato al palato, adatto ad accompagnare i piatti della tradizione e i piatti di pesce” è riportato sul retro dell’etichetta.

Le prime 1886 bottiglie di Chinu, un Baratuciat fermo, capace di conservarsi intatto per 2 o 3 anni, sono arrivate nell’azienda agricola di via Coazze a metà dicembre ed è stato subito un tripudio di giudizi positivi.

Servizio su La Valsusa del 9 febbraio.

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