Domenica 4 settembre, l’avvocato Bruno Segre, cittadino onorario di Giaveno dallo scorso anno, ha spento 104 candeline.
Giornalista, partigiano, avvocato, attivista, Segre è stato in prima fila praticamente in tutte le battaglie per i diritti civili degli ultimi tre quarti di secolo e, prima ancora, di battaglie vere ne ha combattute sul serio, conoscendo il piombo e le carceri repubblichine e rischiando più volte di finire in qualche lager nazista, anche a causa di quel cognome di evidente origine ebraica.
Nell’ultimo periodo, inoltre, Segre ha combattuto contro il covid, “beccato” molto probabilmente durante una sua trasferta a Milano.
Dalla malattia, l’avvocato torinese che per circa tre decenni ha avuto una seconda casa all’Alpe Colombino, prima che un incendio la distruggesse, si è ripreso bene, tanto che ha ricominciato a onorare i suoi ancora numerosi impegni, mentre domenica scorsa ha festeggiato l’importante compleanno con una piccola festa in famiglia e con gli amici più intimi.
Servizio su La Valsusa dell’8 settembre.