Un romanzo giovanile tenuto per decenni in un cassetto e ripreso in mano durante i lunghi giorni del primo lockdown e il romanzo di una vita, quella dell’autrice, Stella Bolaffi Benuzzi, si intrecciano nel libro intitolato “Il Molino della Torre e altri racconti”, edito dalla casa livornese “Salomone Belforte” (176 pagine, 18 euro).
Non si sa chi, fra la Stella reale e la marchesina Matilde, inventata nelle cupe giornate della guerra, abbia avuto una vita più intensa. Sicuramente quella di Stella, classe 1934, è un’esistenza densa e ricca di ricordi che si sono spesso intrecciati con la Storia, quella con la “s” maiuscola.
Non si può infatti dimenticare di chi è figlia l’autrice di questo libro: di quel Giulio Bolaffi, raffinato filatelista ed editore a cui la Val di Susa non deve soltanto la liberazione dai nazifascisti, ma anche la dura opposizione a che la Valle, da Borgone in su, diventasse francese.
Non mancano poi nel libro continui rimandi alla cultura e alla religione ebraiche che tanta importanza hanno avuto e hanno tuttora nella vita di Stella Bolaffi che, nel suo piccolo, fu ponte fra l’ebraismo del padre e il cattolicesimo della madre, un’unione non troppo ben vista dalla nonna materna, almeno fino a tutta la durata del secondo conflitto mondiale.
Non mancano, però, nemmeno pagine più leggere, talvolta frivole, che raccontano episodi di beata e spensierata gioventù: il liceo frequentato al D’Azeglio di Torino, nella classe di Umberto Agnelli, fratello minore dell’Avvocato, i primi amori, un flirt deludente e, infine, l’arrivo del grande amore della vita. E poi c’è il romanzo “d’amor cortese” che altro non è che la trasposizione della vita della Stella ragazzina in un tempo remoto ma in luoghi che l’autrice conosce bene per averli frequentati con assiduità durante l’infanzia e la giovinezza.
Anche in questa “seconda parte”, strettamente legata alla prima, compare tutto l’entusiasmo di Stella per la vita, bevuta a sorsi, presa a morsi, gustata a pieno, nonostante mille difficoltà e traversie, perché, in fondo, anch’esse, sono vita.