L’aria rarefatta della montagna, il fruscio del vento tra le rocce e lo scintillio dei ghiacciai: in questa cornice immaginate di vedere un gruppo di insegnanti che, con zaino in spalla e curiosità negli occhi, si avventurano tra i ghiacciai del Monte Bianco e le morene dell’Anfiteatro di Ivrea con un unico obiettivo: “Sensibilizzare i proprio studenti riguardo al tema della crisi climatica.”
Sono arrivati da tutta Italia ed anche dalla Francia e dagli Stati uniti, sono i protagonisti di “Ghiaccio Fragile”, una scuola estiva che, giunta ormai alla nona edizione, ha portato docenti di ogni ordine e grado sulle vette più alte delle montagne per confrontarsi con le sfide del cambiamento climatico.
Questa nona edizione, come le precedenti, è stata un successo, vissuta pienamente sulle montagne con la volontà di creare insieme un ponte fra la scuola e la ricerca.
Scienziati di diverse istituzioni hanno collaborato direttamente con docenti e divulgatori scientifici. Il Monte Bianco, con i suoi ghiacciai in continua ritirata, è stato lo scenario perfetto per questa avventura formativa che ha coinvolto 32 docenti, il luogo in cui i partecipanti hanno potuto osservare da vicino gli effetti del riscaldamento globale.
Servizio su La Valsusa del 12 settembre.
Eloisa Giannese