Cultura

Il “mondo perduto e bello” di Sergio Vigna

C’è il sapore di un piccolo mondo antico, ormai perduto del tutto o quasi, nei racconti di Sergio Vigna, classe 1945, riguardanti la sua passata vita lavorativa.

Molti conoscono Vigna per i suoi romanzi e le sue attività culturali in Val Sangone e non solo, ma l’autore tranese ha avuto anche un passato avventuroso che lo ha portato in giro per tutta l’Europa a vendere preziosi tessuti per l’arredamento.

I rivestimenti di poltrone e divani, i tendaggi e le tappezzerie presenti in una buona percentuale di residenze dell’alta aristocrazia del Vecchio Continente sono stati venduti dalle ditte che Sergio ha rappresentato lungo tutta la sua carriera: prima la Fadini, dal 1970 al ’95, e poi la Rubelli per i successivi 5 anni.

Mio padre avrebbe voluto che diventassi medico, ma io ho sempre avuto la passione per il commercio in generale e per i tessuti in particolare”, spiega Vigna nella sua casa di San Bernardino. “A 15 anni studiavo di sera per prendere il diploma di Ragioneria e di giorno facevo il rappresentante di tessuti sartoriali, ma verso la fine degli anni Sessanta cominciai a capire che quello era un mercato destinato a contrarsi irrimediabilmente, così passai all’arredamento. I nostri clienti erano grandi tappezzieri che provenivano dalla tradizione settecentesca: al tappezziere, un tempo, i nobili e l’alta borghesia davano carta bianca non soltanto per la scelta dei tessuti ma anche per l’arredamento e non è un caso che i migliori artigiani del settore si trovassero soprattutto a Torino e Napoli, due città che per secoli hanno avuto un re e la relativa corte”.

Servizio su La Valsusa del 6 febbraio.

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