Pomeriggio di lusso quello che si è svolto all’Ecomuseo della Resistenza, sabato 12 ottobre, quando lo storico Gianni Oliva ha presentato, fra le prime occasioni pubbliche in assoluto, il suo primissimo romanzo, intitolato “Il pendio dei noci” e pubblicato per Mondadori all’inizio del mese.
“Dopo averci abituati a una serie di saggi rigorosi, scopriamo un Gianni Oliva inedito che lascia spazio alla sua fantasia”, ha detto Alessandra Maritano, che ha moderato la presentazione, tentando di contenere l’esuberanza di Bruno Gambarotta: “Pare che abbia sempre scritto romanzi; è come Alessandro Manzoni”, ha detto il giornalista e autore televisivo, riferendosi a Oliva, per poi aggiungere: “Se devo muovere un paio di critiche, posso dire che il linguaggio utilizzato è troppo forbito e il titolo è un po’ troppo delicato, in relazione al tema trattato”.
La storia si sviluppa in due tempi: nel 1880, fra Coazze, Rivoli e Torino e poi nel 1918, sul Monte Grappa, nelle trincee dei soldati italiani che combattono contro gli austriaci: Giuliano e Julien, i due protagonisti che si presentano a capitoli alterni, in realtà sono uno solo e lo si scoprirà avventura per avventura.
Servizio su La Valsusa del 17 ottobre.