Con l’inverno demografico che avanza, il problema della natalità si fa sempre più serio e sentito. I cosiddetti “parcheggi rosa” (ricalcati sul modello di quelli destinati ai disabili, ma dedicati a donne incinte o con bimbi molto piccoli) non saranno una soluzione, ma, laddove esistono, rappresentano comunque un aiuto a tutte quelle mamme che possono contare così su una preoccupazione in meno.
Il problema è che non esiste, al momento, un legislazione nazionale che li regolamenti e, dunque, i comuni procedono in ordine sparso: c’è chi crea degli spazi appositi nei parcheggi delle città e poi rilascia un tesserino con cui si ottiene il diritto a parcheggiare in quegli stalli; c’è invece chi fa pagare una cifra simbolica, “E poi c’è chi non ha ancora fatto nulla in tal senso”, dice una cittadina giavenese, mamma da pochi mesi, che ha provato a chiedere alla Polizia Locale della città quanto meno la possibilità di ottenere il famoso “tesserino” per parcheggiare nei parcheggi rosa di altri comuni.
Servizio su La Valsusa del 3 ottobre.