L’8 settembre del 1943 fu reso noto l’Armistizio, firmato qualche giorno prima a Cassibile, con cui si sanciva il definitivo ritiro dell’Italia dal conflitto combattuto fino ad allora al fianco della Germania nazista, ma né il re né il governo guidato da Pietro Badoglio si presero la responsabilità di dire all’esercito cosa fare, così le forze armate rimasero senza ordini, come paralizzate, lasciando campo libero alle milizie germaniche che impiegarono pochi giorni per dilagare nel centro e nel nord della Penisola.
Al Colletto del Forno Maurizio Guglielmino, pittore giavenese, 59 anni, il 23 settembre di quello stesso anno si trova nella sua casa di villeggiatura insieme alla famiglia.
Viene freddato sull’uscio di casa dai colpi di mitra di un soldato nazista perché reo di aver fatto gesti d’intesa ai “ribelli” quando, invece, vedendo i soldati, aveva solo fatto un cenno alla moglie lì vicino.
Di partigiani nemmeno l’ombra. Nello stesso giorno, poco distante, in un prato a Forno di Coazze, nei presi di località Pisi, a cadere inerme sotto i colpi dei nazisti è una ragazza di appena diciott’anni, Evelina Ostorero: la sua unica colpa, non essersi fermata al loro alt perchè lei, sorda e impaurita, quel comando non l’aveva mai sentito.
Servizio su La Valsusa del 28 settembre.