Ross Edgley è un inglese di 33 anni, modello, personal trainer ed esperto di fitness-dal passato sportivo: la pallanuoto è stata la disciplina da lui amata, e di conseguenza anche il nuoto.
Pur non disdegnando gli sport estremi, anzi più che altro quelle sfide un po’ assurde: come scalare lungo una corda un’altezza pari ai quasi novemila metri dell’Everest, nuotare per 100 chilometri nel Mar dei Caraibi o correre una maratona in un modo cui stento a credere (trainando una Mini legata al busto, in oltre 19 ore !). Ma è invece vera, reale e assai recente la sua ultima sfida: la circumnavigazione, a nuoto, della intera Gran Bretagna.
Avete letto quello che anch’io ho stentato a credere. Eppure egli, partendo da Margate, nel Kent, ha nuotato per 157 giorni e 2.882 chilometri consecutivi intorno all’isola, ovviamente primo uomo a compiere una simile impresa.
Chissà come gli è venuta in mente una nuotata equivalente a 85 traversate della Manica, o se preferite la distanza tra Londra e Mosca.
Ogni giorno, per oltre cinque mesi, ha infatti nuotato per 12 ore, riposando soltanto la notte, in un catamarano che ne seguiva le gesta natatorie.
Durante le settimane della sua sfida ha ingurgitato dieci/quindicimila calorie al giorno, divorando centinaia di banane, pasta, pizza, pudding e tante lattine di Red Bull, che ne sponsorizzava l’impresa.
E’ pure ingrassato di circa dieci chilogrammi, e quando ha rimesso i piedi sul suolo inglese, a Londra, domenica 4 novembre, lo ha fatto camminando con molta fatica in quanto le sue gambe non erano più abituate ad un simile movimento.
Nella sua lunga sfida non sono mancati naturalmente i momenti difficili: ha rischiato la vita per tutte le punture subite dalle meduse che infestavano quelle acque. E’ stato osservato poi con molta curiosità dalle foche incontrate lungo il percorso, e quasi con amicizia da una balenottera che lo ha pure scortato per qualche chilometro.
Nuotando ha sempre cercato di tenere alla larga i pensieri negativi: non poteva infatti permettersi di nutrire dubbi su se stesso, avendo la ferrea volontà di arrivare dove aveva programmato la fine della sua avventura. E così è stato. Anche se il perché di una simile “follia” sportiva non è facile da trovare.
Forse tutto è nato quando si allenava nel Devon con i marines di sua maestà: quelle 14 ore di nuoto consecutive gli hanno infatti aperto una nuova prospettiva.
Certo che, se guardiamo una cartina della Gran Bretagna, riesce difficile comprendere come sia stato possibile realizzare una simile impresa, in un mare non certo tranquillo (tra vortici, onde, correnti e insidie varie) e dalla temperatura non mite come il nostro Mediterraneo.
In una recente intervista Ross ha dichiarato di avere nonni – genitori di sua madre – italiani, nativi di Rimini; e di sentirsi geneticamente italiano, innamorato di Garibaldi e del nostro Risorgimento. Magari sono state proprio quelle sue radici “adriatiche” a fargli amare il mare, ma soprattutto il nuoto senza fine, quasi senza mai fine.
Franco Tamarin