Riassunto
A Bardonecchia la celebrazione del patrono ad un anno dalla frana che si era abbattuta sulla città, il ricordo grato per tutti coloro che si erano impegnati negli aiuti.
Un anno è passato da quella terribile serata in cui Bardonecchia, in un attimo, si trasformò da tranquilla ed amena cittadina di vacanza a luogo sfregiato dalla natura, a causa di quel torrentello che improvvisamente si fece fiume impetuoso.
E sui social, nel giorno dell’anniversario, ricompare l’immagine ormai virale, del pilone di Santa Barbara rimasto intonso in mezzo a quel mare di fango.
Impossibile non ripensare a quella sera sebbene il 13 agosto, oltre a segnare questo triste anniversario, sia anche e soprattutto il giorno di Sant’Ippolito.
E allora, allontanati i tristi pensieri, l’attenzione doveva andare, giustamente, alla Festa Patronale, iniziata quest’anno proprio nel punto maggiormente colpito, dinanzi a quell’ormai famoso pilone, con la banda Alta Valsusa ad aprire la sfilata e le autorità a seguire, sino alla Chiesa parrocchiale dove tutto era pronto per la celebrazione della Messa solenne officiata dal vescovo mons. Roberto Repole.
La Chiesa era stracolma e il presbiterio faticava a contenere i tanti sacerdoti presenti, molte le donne e bimbe con il costume tradizionale di Bardonecchia tutte rigorosamente con il foulard rosso, a ricordare il martirio del Santo Patrono. E poi la Cantoria Parrocchiale, come sempre impeccabile nell’esecuzione dei numerosi canti ad impreziosire e solennizzare la celebrazione conclusa con una poesia di Maria Teresa Vivino che, a nome dell’Amministrazione Comunale, ha ringraziato Sant’Ippolito e Santa Barbara per lo scampato pericolo.
Il componimento è stato poi donato ai presenti all’uscita della Chiesa insieme al pane benedetto offerto dai priori Teresio Bompard e Luigina Gerard Marocco e vicepriori Renato Montabone e Federica Pacchiotti Bologna.
E poi l’immancabile calata dal campanile delle squadre del soccorso alpino ed il concerto della banda a richiamare sempre una grande folla.
Nel pomeriggio, i tradizionali “giochi di una volta” sono stati accompagnati da un cielo diventato plumbeo e da tuoni in lontananza a tenere con il fiato sospeso ed il naso all’insù tutta la popolazione… impossibile non ripensare allo scorso anno.
Per fortuna, la serata ha riportato il sereno e ha permesso la continuazione del programma in Piazza De Gasperi con la Proloco ed il Gruppo Alpini a distribuire polenta e spezzatino prima del ballo liscio con orchestra a chiudere i festeggiamenti per una festa patronale fortunatamente serena.