Treno della Memoria 2023 a Villar Dora
Cultura

Shoah, quale memoria rimane? La parola ai giovani

Secondo la Senatrice a vita Liliana Segre, superstite e testimone della Shoah, coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza, per ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.

Fra le iniziative più note per non dimenticare ciò che avveniva circa ottant’anni fa in un’Europa disunita e devastata, vi è il progetto del “Treno della Memoria”, che si rivolge ai ragazzi delle scuole secondarie superiori. Il percorso formativo comprende un viaggio non solo didattico, ma anche emozionale, nei luoghi simbolo dello sterminio nazista, tra cui la città di Berlino ed il campo di Auschwitz-Birkenau.

Il comune di Villar Dora ha aderito anche nel 2023 all’iniziativa, con la partecipazione di quattro ragazzi del paese: Elisa Ferragatta, Maria Novembre, Michele Pettigiani ed Irene Porporato. L’amministrazione ha contribuito alle spese di quasi dieci giorni di viaggio, scegliendo – come ha spiegato il Sindaco Savino Moscia – il percorso più lungo, comprensivo della tappa di Berlino prima dell’arrivo ad Auschwitz.

Dopo il ritorno, due giovani partecipanti hanno scelto di condividere le loro esperienze. Elisa Ferragatta, di 18 anni, racconta: «vedere con i miei occhi ciò che avevo solo provato a immaginare è stato drammatico. Inizialmente non sapevo cosa aspettarmi e quello che ho trovato è così surreale che giorno dopo giorno ti sale l’angoscia. Anche se certe cose le studi sui libri, non sono immaginabili in quella maniera disumana. A colpirmi è stato soprattutto il freddo. E io, a differenza di chi era rinchiuso là dentro, avevo maglioni e giacca. A casa mi porto la consapevolezza dell’orrore, dell’importanza di non dimenticare e dell’obbligo di non commettere più certi orrori».

La compagna di viaggio Maria Novembre, 17 anni, aggiunge: «a colpirmi sono stati anche gli oggetti esposti. In particolare, una teca con le scarpe dei bambini. Poi, il corridoio con tutte le foto di quelli che sono morti là dentro. Per ridare loro una dignità, abbiamo lasciato le nostre impronte su una tela, scandendo al microfono, ognuno di noi, uno dei loro nomi, per non dimenticare le identità che sono state inghiottite nei campi di concentramento. Siamo una generazione che non resta indifferente e che sa guardare al futuro sapendo quello che occorre evitare».

Conclude il sindaco: «una soddisfazione ascoltare e vedere giovani della nostra Villar Dora così profondi e così belli. Il presente e il futuro del nostro paese, ma anche dell’Europa sono loro. Quel viaggio che hanno appena fatto non ti può lasciare indifferente. Io portai con me due cose. La foto di Zdenka Majer, una ragazza Ceca che mi colpì per lo sguardo e che morì nei campi nazisti e un sassolino a forma di cuore che trasformai nella pietra preziosa di un anello».

Lorenzo Rossetti

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