Una città spenta. Così ci sembra oggi Susa, nel suo insieme. Basta passeggiare per le sue strade per rendersene conto. Nella centralissima piazza del Sole hanno chiuso due bar su tre e ha chiuso anche una antica cartoleria dove negli anni sono passate intere generazioni di studenti a comperare quaderni e penne. Fai due passi e il glorioso cinema è chiuso (per sempre?). Anni fa in quel cinema c’erano anche delle belle stagioni teatrali. Quante volte è venuto a recitare, per esempio, Gipo Farassino? E così a Susa arrivava gente da tutta la Valle. La penosa storia del Teatro Civico non va neppure raccontata, tanto umilia tutta la città.
Ma i veri problemi sono quelli del lavoro. A occhio e croce, negli anni Sessanta, la città offriva ancora migliaia di posti di lavoro. Grandi nomi: Assa, Cotonificio, Imp, Calzificio.
La gente partiva dal Sud e veniva a Susa perché forse un posto di lavoro in “fabbrica” lo trovava. Come si sono chiuse quelle fabbriche in un assordante silenzio, chi ha un po’ di memoria se lo ricorda. Comunque il grande piazzale dell’ex Assa è ancora lì a dircelo.
Da sempre poi Susa era una città militare. Come se ne sono andati via gli alpini, è storia ancora recente. Ma non tutte le “piazze”militari sono state trattate così (male). Che pena quel pezzo di caserma Henry mai restaurato. Davvero un bel biglietto da visita. E la caserma Cascino, che dopo il primo rifugio degli albanesi, ve lo ricordate?, è sempre più decadente?
Perso il Tribunale (e il Giudice di pace) la già depressa via Palazzo di Città, che pur è una bella via, sembra avere solo più una vocazione: garage all’aperto.
L’antico mix: lavoro, commercio e turismo, che era (almeno un po’) la fortuna di Susa (la porta d’Italia!), è come un jolly che non ha più in mano.
E così non sa più che carte giocare. In una recente intervista al Nostro Tempo l’architetto Virano (quello della Lione/Torino) ha già annunciato che se ne andrà anche l’autoporto e già se ne sta andando la Guida sicura.
Così, più che spenta, Susa ci sembra una città spogliata. Verrebbe voglia di scrivere: il re è nudo (è o non è la città di Cozio?).
Abbiamo almeno voglia di aprire un dibattito sul presente e il futuro di Susa? O siamo tutti rassegnati, compreso chi scrive?