Era il 1878 quando mons. Edoardo Rosaz fu consacrato Vescovo di Susa, lui che nella sua missione ebbe tra i caratteri la “carità generosa”, «attento nell’ascoltare e nell’aiutare gli altri con cuore di padre e di madre, rispondendo ai bisogni più urgenti. La noncuranza egli la riservava per sé stesso, al punto di dimenticarsi per pensare e provvedere agli altri», come spiegano oggi le Suore Francescane Missionarie di Susa, congregazione da lui fondata nel 1874.
Mons. Rosaz è stato per il suo tempo anche l’uomo del dialogo, dell’amicizia con tutti, pur in un periodo certamente non facile (alla sua epoca, ma sarebbe valido anche oggi ovviamente in un contesto differente). Ma con grande coraggio ed equilibrio seppe instaurare rapporti di dialogo, collaborazione e reciproco rispetto. Nel 1991, fu proclamato “beato” da papa Giovanni Paolo II, durante la sua visita pastorale a Susa.
Anche quest’anno, le Suore Francescane Missionarie di Susa hanno organizzato la commemorazione del Transito del Beato, nella Casa Madre della congregazione, sabato 3 maggio, completata con la cerimonia del bruciare tutte le intenzioni di preghiera a Lui rivolte. Domenica 4 maggio, a completamento della festa in onore del Beato Rosaz, nella cattedrale di san Giusto, nella Messa è stata celebrata la sua Memoria Liturgica.