Audizione, oggi (lunedì 14 dicembre) in Commissione Lavori Pubblici del Senato della ministra dei Trasporti, Paola Micheli, nell’ambito dell’esame dello schema del contratto di programma tra Ministero infrastrutture e trasporti, Ferrovie e Telt che accenderà l’ennesimo disco verde alla realizzazione della tratta internazionale della nuova linea Ferroviaria Torino-Lione.
La ministra è intervenuta al termine di un fitto calendario di audizioni iniziato giovedì scorso durante il quale sono intervenute anche voci valsusine, come quelle dei sindaci di Susa, Gravere, del presidente e tei tecnici dell’Unione Montana Valsusa.
“L’obiettivo dell’Alta velocità – ha detto – è quello di migliorare la qualità della vita e dei trasporti delle persone e diminuire l’impatto ambientale del trasporto delle merci, che nel nostro Paese in particolare patisce ancora una quantità molto importante di trasporto su gomma. Dobbiamo migliorare l’efficienza e la competitività del sistema Paese”.
Costo della tratta internazionale: 8,6 miliardi. L’Europa potrebbe contruibuire fino al 55%
“Il costo dell’opera – ha aggiunto la ministra – è confermato in 8,6 miliardi, di cui il 40% a carico dell’Unione Europea, il 35% a carico dell’Italia e il 25% a carico della Francia”. Ma le risorse europee potrebbero salire fino al 55% “non appena il contratto di programma sarà registrato. “A quel punto – ha specificato – potremo avviare le procedure per recuperare le risorse dalla Ue e quindi il costo per l’Italia sarà minore”.
Un’opera di cui si parla ormai da 30 anni. “Ci sono stati ritardi – ha ammesso De Micheli – giustificati dalla qualità di revisione del progetto. Sono passati 25 anni dal primo accordo intergovernativo e ci sono stati 5 accordi italo francesi, 12 delibere Cipe e 4 pareri favorevoli all’opera da parte della commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via/Vas, le cui prescrizioni e raccomandazioni sono state fatte proprie dal Cipe che le ha recepite in delibere,obbligando Telt a modificare i relativi elaborati progettuali”.
Insomma, “il progetto ha subito numerosi miglioramenti, che hanno portato alla trasformazione radicale del progetto per rendere l’infrastruttura più utile, sostenibile, compatibile e il più possibile condivisa. Numerosi sono anche gli interventi previsti per mitigare l’impatto dell’opera”.
Opera completata nel 2032. In corso gare per 3 miliardi euro
E sui tempi? “Appena avverrà approvato il contratto di programma e alla registrazione saremo in grado di dare un cronoprogramma preciso. L’ipotesi ragionevole è che se il contratto di programma sarà registrato nei primi sei mesi del 2021, il completamento dell’opera sarà nel 2032”.
Per i lavori al tunnel di base “sono in corso circa 3 miliardi di euro di gare” e l’ipotesi di impatto occupazionale si aggira attorno a “quattromila posti di lavoro diretti e quattromila nell’indotto”.
La ministra ha poi fatto il punto sulla riattivazione dell’Osservatorio Tecnico sulla Torino-Lione.“Ho chiesto al prefetto di Torino di assumere la presidenza dell’Osservatorio. E’ assolutamente fondamentale che ci sia l’interfaccia governativo con i territori”.
Il Prefetto presiede l’Osservatorio
Nel dpcm che assegna la presidenza al prefetto di Torino è previsto che tutti gli enti locali, anche coloro che si erano espressi negativamente debbano poter partecipare all’individuazione delle opere compensative. “E’ una modifica molto importante – ha spiegato. De Micheli che ha aggiunto: “Parallelamente a questa attività ho avviato una consultazione con i territori interessati, iniziando dall’Unione montana della Bassa Val di Susa. Proseguirò con le altre due. Ho avviato insieme al prefetto questa fase di ascolto per avere un aggiornamento costante delle preoccupazioni e delle soluzioni”.
Ancora sull’Osservatorio. “Da quel tavolo – ha spiegato la Ministra – si determinano le decisioni sul secondo lotto di opere compensative, finanziate nel quadro economico-finanziario complessivo dell’opera. Ho chiesto al prefetto di Torino di comporre un quadro di opere compensative ulteriore, oltre ai 9 milioni che sono già stati erogati alla Regione, affinché si modifichi radicalmente il rapporto tra lo Stato e i territori”.
Compensazioni: una torta da 98,95 milioni di euro
Attualmente il limite di spesa complessivo definito dal Cipe per le opere e le misure compensative è pari a 98,95 milioni di euro. “Ci sono forti aspettative delle comunità locali per la gestione e la realizzazione di queste opere compensative, la cui attuazione sarà regolata proprio dall’articolato del contratto di programma per il quale il governo ha chiesto alle commissioni parlamentari competenti di esprimersi”.
La ministra ha spiegato che “l’elenco delle opere compensative è stato più volte rivisto ed ogni volta sottoposto all’approvazione del Cipe. Far entrare le opere compensative nel contratto di programma significa snellire le procedure e ridurre i tempi evitando il passaggio al Cipe, dove anche la realizzazione di una rotatoria al posto di un altro intervento avrebbe lo stesso iter di una vera e propria variante. Tuttavia – ha aggiunto –nell’ambito dell’articolato approvato dal Cipe, per le opere compensative è comunque previsto che lo stato di attuazione delle misure compensative venga reso noto mediante opportune informative al Cipe con cadenze almeno quadrimestrali”.