Cultura

Un libro del giavenese Minola per scoprire gli intrecci fra Piemonte e antico Egitto

Il legame tra il Piemonte e l’antico Egitto dei Faraoni è un filo sottile ma profondo, che attraversa i secoli e si intreccia con le vicende storiche e culturali di una delle regioni più ricche d’Italia.

Secondo una delle tante “leggende magiche”, la fondazione di Torino sarebbe stata influenzata dalle tradizioni religiose egiziane, dando così vita a un rapporto che si è consolidato nel tempo, fino ad arrivare alla straordinaria passione “egittomane” che ha caratterizzato l’aristocrazia piemontese, in particolare gli esponenti della dinastia dei Savoia, soprattutto fra la fine del XVIII secolo e la prima metà del XIX, con un picco durante l’epoca napoleonica.

Se è infatti vero che l’Egitto affascina da sempre i suoi visitatori, va anche detto che furono gli scavi promossi da Bonaparte a dare ulteriore impulso a questa fascinazione.

Il libro “Faraoni a Torino” (Editrice Il Punto), del prolifico studioso giavenese Mauro Minola, uscito in corrispondenza con il bicentenario della fondazione del Museo Egizio diretto oggi da Christian Greco, approfondisce in maniera seria e puntuale il rapporto fra il capoluogo subalpino e la terra di Ramesse II.

Servizio su La Valsusa del 10 aprile.

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