Fortunatamente sono in buona salute. Okay, sono molto iperteso e da anni in cura, ma fino allo scorso dicembre non avevo mai avuto grandi problemi.
E poi, improvvisamente, la notte tra il 12 ed il 13, intorno all’una, avverto un battito irregolare, e cresce l’ansia. Paola mi accompagna al Pronto Soccorso dell’ospedale di corso Inghilterra, dove rimango fino alle 10 del mattino dopo. Per riportare il mio “cuore matto” in ritmo, è sufficiente l’apposito farmaco, che comunque necessita di alcune ore per sortire l’effetto desiderato.
Di turno c’è il dottor Maurino, mio compagno di liceo, e le infermiere sono tutte gentilissime, in particolare Tiziana, un vero angelo dell’ospedale.
Il dottor Brancaleoni, nuovo primario del Pronto, simpatico e di battuta pronta, mi dimette, e nei giorni successivi il mio cardiologo di fiducia, il dottor La Brocca, mi visita, e poi vado anche fino a Rivoli per un ulteriore controllo.
Soffro di fibrillazione atriale, causata dalla pressione alta, dal mio peso (che oscilla tra i 90 ed i 95 Kg) e, ahimè, anche per l’età, 61 anni. Tutto procede bene fino al 17 di febbraio, sempre alla stessa ora di notte; meno spavento, ma stessa procedura e stesso medico di guardia: sembra una rimpatriata di scuola.
Servizio su La Valsusa del 16 marzo.