Un caro amico de La Valsusa, Marco Albano di Almese, ci racconta le emozioni da lui provate una mattina dell’estate del 2005, quando, dopo aver caricato in macchina tutta la famiglia, raggiunse Les Combes, tradizionale luogo di villeggiatura di Giovani Paolo II che molto amava la Valle d’Aosta, per incontrare Papa Benedetto XVI. Nel suo breve scritto, Marco, che è dotato di un’ottima memoria, ci racconta come andò.
Domenica 24 luglio 2005: ricorderò sempre con emozione quella visita a Papa Benedetto XVI a Les Combes in Valle d’Aosta.
Il Santo Padre stava trascorrendo un periodo di vacanza lavorativa in quei luoghi scoperti e tanto amati dal suo predecessore, il Santo Padre Giovanni Paolo II.
Benedetto XVI era stato proclamato Papa pochi mesi prima, il 19 aprile, per cui c’era tanta curiosità per questo nuovo pastore della Chiesa. E le sue vacanze a pochi chilometri da noi, circa 150, erano l’occasione per vederlo e per ascoltare la sua parola.
Quella domenica mattina partimmo molto presto, io e mia moglie Antonella con i nostri figli Martina e Francesco, prendendo l’autostrada per Aosta per poi dirigerci verso Introd.
Ad un certo punto gli addetti alla viabilità, molto efficienti, ci fecero lasciare l’auto in parcheggi predisposti in basso, e poi a piedi raggiungemmo Les Combes lungo un sentiero nel bosco.
Man mano che si saliva cresceva l’emozione per questo incontro.
Per accedere al prato dove sarebbe stata celebrata la Messa c’erano numerosi controlli della polizia. Il mio zainetto mi diede qualche problema, infatti faceva suonare il metal detector, nonostante continuassi a svuotarlo del contenuto. Poi però si scoprì che era la carta stagnola che avvolgeva i panini a mandare in tilt il marchingegno.
Risolto questo problema, entrammo nel prato e ci sistemammo in attesa della Messa.
Ricordo che c’erano tanti giovani che intonavano dei canti per salutare il Papa.
Arturo Mari, il fotografo del Vaticano, si avvicinò a noi per scattare qualche foto in mezzo ai fedeli.
Poi un boato accolse l’arrivo del Papa, che era accompagnato dal segretario, Padre Georg, da alcuni vescovi e numerosi sacerdoti. Il vescovo di Aosta, mons. Giuseppe Anfossi, diede il benvenuto al Papa.
Seguimmo la funzione con il libretto che era stato distribuito e che ancora conservo. Molti canti erano in lingua francese.
Al termine dell’Angelus, il Papa rivolse il suo saluto e la benedizione, oltreché in italiano, anche in francese, inglese, tedesco e spagnolo e nel dialetto valdostano.
Mi colpì la sua straordinaria gentilezza. Al termine rivolse il suo ringraziamento affettuoso a quanti erano saliti lassù a Les Combes “a trovare il Papa”.
Una bella domenica, ricca di emozioni che portiamo ancora adesso nel cuore.
Marco Albano