Treni in ritardo, autobus persi all’ultimo minuto, lezioni annullate proprio quando si è appena arrivati a Porta Nuova. I problemi degli universitari valsusini, qualche mese fa, giravano intorno alle difficoltà logistiche e al tempo che viaggiava sempre troppo velocemente rispetto ai loro piani. Oggi sono costretti a interfacciarsi con una nuova forma di didattica, svolta comodamente dalla propria scrivania di casa, con tempistiche meno frettolose e con un tempo più dilatato, che permette di dedicarsi con un approccio diverso allo studio.
Gli studenti valsusini sono d’accordo: il tempo risparmiato dai lunghi viaggi da pendolare è tutto guadagnato e reinvestito nella propria formazione universitaria. Ma il resto, li soddisfa? Può la didattica a distanza sostituire le lezioni frontali con il professore? I problemi tecnici e tecnologici legati alle modalità di studio online stanno compromettendo la carriera degli studenti? E’ una modalità equa, giusta ed accessibile a tutti? L’abbiamo chiesto direttamente agli studenti Eleonora Bellone, Beatrice Zerbonia, Yarin Cardillo, Soukaina Khallaf e Gaia Olivero Fugera.
- Eleonora Bellone, studentessa di 23 anni di Scienze dell’Educazione.
- Beatrice Zerbonia, classe ’96, studentessa della Facoltà di Farmacia a ciclo unico.
- Yarin Cardillo, studente al primo anno di ingegneria fisica presso il Politecnico di Torino.
- Soukaina Khallaf, al secondo anno di Economia e Statistica.
- Gaia Olivero Fugera, vent’anni, studentessa di Comunicazione Interculturale.
Interviste complete su La Valsusa di giovedì 14 maggio.
Ilaria Genovese